Salvatore Pizzo
- 04/09/2020 15:01:00
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Che dire, se non di quello spaesamento che ti piglia sin dai primi versi e che trova razionalità solo nella nota acclusa in calce? Si, la sento molto come uno specchio questa poesia. Uno specchio in cui rifletterci le proprie emozioni. Quelle dovute ad una situazione di pandemia che non ha eguali nella storia di questi ultimi decenni. Forse perché si era troppo confidenti nella scienza. E che questa fosse in grado di fare fronte prontamente ai problemi di salute generali come quelli rappresentati da una pandemia. Invece si sono rivelate tutte le lacune, al punto di dovere ricorrere ad una misura di prevenzione antica come quella del di stanziamento sociale. Un monologo interiore la definirei, questa poesia, costruita attraverso dei flashback che, attraverso delle immagini, arriva a determinare quel quadro di straniamento che dicevo allinizio. E siccome amo i monologhi interiori perché sono espressione di quella profondità dellanimo umano, dico che lho molto sentita, oltre che molto apprezzata.
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